Maggio 2013, un pomeriggio come gli altri… La stanza illuminata dal sole era silenziosa, solo un leggero ronzio del frigorifero sembrava cullare i suoi sogni.
Rannicchiata sul divano come un gatto iniziò a svegliarsi, allungò le gambe fino a distenderle completamente e i piedini accuratamente smaltati fecero capolino da quella coperta leggera, un po’ troppo piccola per lei e dalla fantasia improbabile.
Le braccia si sollevarono lentamente e le mani andarono a stropicciare gli occhi ancora chiusi… adorava rimanere in quel torpore, accarezzata dal sole nel suo piccolo salotto di casa, sarebbe rimasta li all’infinito ma sapeva che si doveva alzare.
Fece uno sforzo per mettersi a sedere si stiracchiò un pochino, i muscoli erano tutti indolenziti, dopotutto quel vecchio divano non era mai stato così comodo ma ci era affezionata , fu la prima cosa che comprò quando si trasferì a Firenze.
” Cazzo!!! E’ tardissimo!! “, esclamò…
Fece una corsa in bagno, aprì l’acqua della doccia e si fiondò in camera, prese dall’armadio le calze autoreggenti velate nere con la balza di pizzo larga, il perizoma di raso e il tubino elasticizzato grigio che aveva comperato il giorno prima al mercato di San Lorenzo.
Si tuffò sotto la doccia, il vapore caldo e denso l’avvolse come un abbraccio, prese la spugna morbida e abbondando con il bagnoschiuma iniziò velocemente a lavarsi, era in ritardo e lo sapeva, doveva fare in fretta.
Si vestì alla velocità della luce, si infilò un bel paio di decoltè nere dai tacchi vertiginosamente alti, sciolse i lunghi capelli lisci e iniziò a truccarsi gli occhi nocciola. Prese la matita nera e disegnò con grande precisione una sottilissima e lunga linea nella parte superiore delle palpebre, sfumò con il pennellino e ripose tutto nella trusse, il suo dito indice si tuffò nella confezione aperta di ombretto grigio e iniziò muovendolo in piccoli cerchi, a prendere un po’ di prodotto.
Sfumò anch’esso sulle palpebre fino a quando il risultato non la soddisfò.
Si, le piacevano i suoi occhi, leggermente allungati e a mandorla erano il suo vanto, li truccava sempre con molta cura per enfatizzare quello sguardo felino che la faceva sembrare tanto monella.
Rossetto ciclamino che andava a illuminare il suo sorriso contagioso e una rapida occhiata allo specchio… perfetta!
Si mise comoda a sedere sul letto, accavallò la gamba con fare vissuto accese il pc portatile e collegò la web cam. Lo spettacolo aveva inizio…
” Mi presento, sono Luna e sono una Cam Girl, questo è il mio mondo questa è la mia storia “…
Benvenuti su Racconti Estremi… Non so cosa possiate immaginare nel leggere Racconti Estremi, non vi sono formule marziane per praticare il Kamasutra…
Sono certa che seguendo il sito ed i racconti capirete molto di più su di me, sul gradimento o godimento…
Da quel giorno in cui ho deciso di scrivere per raccontare di me e del mondo che mi circonda e vivo, è passato parecchio tempo, si sono succedute stagioni su stagioni… (non tante eh !) e la sola fantasia non bastava più, mi servivano stimoli per scrivere, scrivere storie vere!
Cosa distingue i miei racconti da tanti altri?
Sarete voi a stabilirlo!
Sono esperienze vissute, le esperienze di una ragazza abbastanza particolare, di una ragazza che non ama certo la monotonia, magari non sono tanto brava in cucina… Ma amo il piccante!
Mi piace suscitare emozioni, capire e non carpire, ciò che dell’uomo resta più un mistero che luogo comune.
Sul sito troverete non solo semplici racconti, ma un preciso spaccato delle mia vita, delle esperienze, del frenetico e a volte ripetitivo volto delle donne che come me non si sono certo arrese.
Vi racconterò di me, storie di donne e uomini, storie di ogni giorno… quasi…
#Racconti #Erotici #Luna
Vale e Grazia stavano invece parlottando delle loro reciproche nuove conquiste:
< Oddio Lu, per stasera ci dobbiamo mettere in super tiro! Dobbiamo essere bellissime! >
Ridemmo a crepapelle… eravamo arrivate da nemmeno un’ora e già pensavamo ai ragazzi!
Già, che avrei indossato stasera? Disfeci la valigia in fretta e furia e cercai di trovare qualcosa di adatto alla serata… non volevo essere troppo appariscente, ma neanche passare inosservata!
Optai per un semplice tubino verde senza spalline e un paio di scarpe comode con la zeppa, anch’esse verdi di vernice.
Anche Vale e Grazia decisero per i tubini, ma i loro erano di una bella fantasia floreale.
Decidemmo di andare a prendere prima un aperitivo nel giardino esterno vicino la piscina. L’atmosfera era molto suggestiva, c’era il tramonto, una leggera brezza e tante tante candele accese! Solo nei film avevo visto posti cosi ben curati!
Ci accomodammo in un gazebo bianco, mentre Grazia era andata con fare spigliato ad ordinare i cocktail al bancone del bellissimo bar che costeggiava l’enorme piscina illuminata.
Sprofondai sul divano in vimini, mentre con lo sguardo cercavo Gabriel.
Nulla… nessuna traccia, eppure i suoi amici erano già seduti poco più avanti anche se in compagnia di altre ragazze: “ Che stronzi! Ci avevano già rimpiazzato… che delusione gli uomini in vacanza…”, pensai tra me e me.
Sorseggiai il mio Martini in silenzio, ero veramente infastidita dalla situazione e allo stesso tempo il mio cervello continuava a farsi delle domande sulla misteriosa assenza di Gabriel.
Vale e Grazia, dato il mio umore, decisero di farsi un giretto al bar, ognuna aveva messo gli occhi su un barista diverso… Forse avrei dovuto cambiare preda anch’io, ma la mia testardaggine ormai aveva preso il sopravvento. Volevo Gabriel, stop.
Dopo il terzo Martini la situazione si stava alleggerendo, il broncio aveva lasciato spazio a un largo sorriso e a delle fragorose risate che mi stavano facendo fare le mie amiche.
Alla fine ci eravamo riunite alla compagnia di ragazzi e avevamo deciso di saltare la cena optando per il buffet a bordo piscina.
Giocherellavo con lo stuzzicadente dello spiedino di frutta che avevo appena mangiato, mi ero seduta a bordo piscina e con i piedi giocavo con l’acqua che era fresca ed invitante, così proposi:
< Chi viene a farsi un bagno? >
Mi sfilai il tubino e senza aspettare risposta alcuna mi buttai in acqua.
Il tempo di riemergere e due possenti braccia mi circondarono la vita da dietro.
< Ciao Luna, mi stavi aspettando? >
Mi girai di scatto. Era Gabriel…
Bello da togliere il fiato con i capelli bagnati tirati all’indietro tipo “modello della pubblicità”, non so se rendo l’idea!
Mi strinse più forte e mi portò in un angolino un po’ più appartato.
Per fortuna mi ero messa il costume nuovo che mi stava d’incanto!
Mi scostò i capelli dal viso bagnato e:
< E’ da quando ti ho vista in aereo che avevo voglia di farlo >
Si avvicinò pericolosamente al viso e iniziò a mordicchiarmi il labbro.
Cazzo adoravo essere presa così, avvinghiai le gambe al suo corpo, chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare.
Potevo sentire il suo sesso ingrandirsi sempre più e premere sulle mie cosce vergognosamente aperte, mi avvicinai in maniera tale che i seni si appoggiassero al suo petto. Cominciai a muovermi strusciandomi in maniera del tutto spudorata, avevo voglia di scopare subito… in piscina!
Non importa se gli altri ci potevano vedere, l’alcool mi rendeva più esibizionista, la mano scivolò dentro il suo costume e iniziai una lenta e sensuale sega.
Tra un bacio e l’altro lo sentivo ansimare, la cosa mi stava eccitando fino a farmi impazzire, scostai il pezzo sotto del mio costume e lo feci entrare dentro di me.
< Cazzo si, lo voglio tutto dentro! >
< Piccola sei proprio incontenibile, oltre che “ubriachella!” Ti ricorderai di me domani mattina? >
Sorrisi tappandogli la bocca con la lingua, era appoggiato con la schiena al bordo della piscina mentre io avvinghiata continuavo la mia danza sul suo membro di marmo.
Inarcai la schiena mandando indietro la testa, mi piaceva il modo in cui mi stava facendo godere, mi abbassò la fascia del costume e i miei seni balzarono fuori, al contatto con l’acqua fresca i capezzoli s’indurirono, emisi un gemito di piacere.
Incominciò a stuzzicarli e a stringerli forte, questo dolore e piacere allo stesso tempo che sentivo, mi stava facendo morire. Ansimai forte, ero veramente prossima all’orgasmo!
Gabriel pompò con forza il suo membro, più veloce e sempre più dentro, le sue palle sbattevano su di me ritmicamente:
< Dai bella godiamo insieme, mi stai facendo impazzire! >
< Sto venendo non ti fermare ti prego! >
Mi aggrappai con tutte le forze e venni a ruota dopo di lui.
Era stata una scopata perfetta. La prima… di una lunga vacanza.
Dopo la breve vacanza in Sardegna sola soletta, avevo proprio bisogno di stare un po’ con Vale e Grazia, le mie amiche di sempre.
Formavamo un bel terzetto tutto pepe e, nonostante fossimo opposte caratterialmente, insieme eravamo una vera bomba.
Devo dire che ovunque andassimo riscuotevamo un discreto successo e avevamo un ampia scelta di corteggiatori. Ovviamente entrambe sapevano benissimo della mia doppia vita e della “vocazione” nel fare la cam girl nei ritagli di tempo.
Nessuna delle due aveva il coraggio di iscriversi e diventare modella, ed eraun vero peccato: Valentina con la sua terza di seno avrebbe fatto sbavare chiunque e Grazia con il suo culetto di marmo avrebbe fatto impazzire anche l’utente più esigente!
Ridacchiai sommessamente tra me e me, in questa vacanza niente web cam, ma si sarebbero accorte da sole che quello che tanto amavo fare in chat, lo avrebbero fatto invece sul serio al villaggio che avevo prenotato in una nota località tunisina!
Devo dire che proprio un mio affezionato ammiratore mi aveva suggerito la destinazione, c’era stato il mese prima con la sua compagnia di amici e mi aveva raccontato che aveva scopato come un pazzo e si era divertito da morire!
Non dissi nulla ad entrambe, Valentina frequentava da qualche mese un tipo conosciuto in università che faceva l’ Erasmus e Grazia aveva il suo “periodo no”, tanto per cambiare, con il fidanzato storico.
Io come sempre invece passavo da una relazione all’altra: tra il lavoro al ristorante, l’università e la chat… sinceramente non avevo molta voglia d’impegnarmi seriamente.
Frequentavo ancora Luca, ma quando capitava. Ora era tutto più complicato, dal momento che si era trasferito per lavoro a Milano, e la scelta di una relazione aperta era sembrata la soluzione più indolore per entrambi.
Poi c’era Andrea… già! Ancora non avevo capito che tipo di relazione volesse da me e io quando stavo con lui mi sentivo molto vulnerabile, troppo per i miei gusti.
Dovevo allontanarmi!
Questa vacanza mi sarebbe servita per staccare un po’ da tutto e da tutti, avevo bisogno di leggerezza e divertimento.
Presi una manciata di costumi dal cassetto dell’armadio, minigonne, pantaloncini corti, un paio di magliette e tanti top colorati che facevano risaltare il mio corpicino.
Scarpe con il tacco a volontà, un paio di infradito rosa e un paio di sneakers.
Buttati tutto nel trolley che stava praticamente esplodendo e controllai l’orario…
< Cazzo! > Ovviamente ero in ritardo!
Chiusi la porta di casa e chiamai velocemente il taxi facendo i gradini a due a due. Arrivai sul pianerottolo già stanca e sudata proprio mentre la macchina parcheggiava di fronte all’ingresso dello stabile.
“ Destinazione signorina? ”, mi disse l’autista aprendomi gentilmente la portiera e occupandosi della valigia.
< All’ aeroporto grazie >
Sprofondai comoda nel sedile cercando di rimettermi in sesto velocemente: pescai dalla borsa lo specchietto, il rimmel e il rossetto ciclamino… così poteva andare!
Rimisi lo specchietto in borsa insieme ai trucchi e inforcai i grossi occhiali da sole, si, ora mi potevo veramente rilassare.
L’appuntamento era all’aeroporto dove mi aspettavano già Grazie e Vale che sapevo erano su di giri perchè sarebbe stata la nostra prima vera vacanza insieme all’estero e Grazia, la piccola del gruppo, non stava più nella pelle!
Controllai il cellulare, avevo una miriade di messaggi a cui rispondere da quando avevo avvisato in chat dell’imminente vacanza, e gli utenti mi avevano sommersa di mail per sapere dove andavo… ovviamente avevo dato alcuni indizi senza però svelare il luogo esatto.
Sospirai piano spegnendo il cellulare, mi faceva un certo effetto non poter comunicare con loro e fare i miei spettacoli per tutta la settimana, ma sicuramente mi sarei divertita anche al villaggio, o almeno era quello che speravo!
Scesi dal taxi e mi avvicinai verso l’entrata dell’ aereoporto dove sentivo già gli urletti di Grazia che mi aveva intravisto!
Anche Vale era arrivata trascinandosi dietro una valigia grandissima.
Dopo i consueti saluti e abbracci ci avvicinammo chiassosamente al gate di partenza. Il viaggio non era molto lungo, ma avevo preparato ugualmente una lunghissima playlist da ascoltare, e volevo starmene un po’ tranquilla sfogliando le brossure, che Grazia mi aveva stampato, del luogo e del villaggio.
Ci accomodammo nei posti assegnati , l’aereo non era molto grande ma era già pieno di gente, notai subito una bella comitiva di cinque ragazzi che potevano avere più o meno la nostra età, erano già seduti e facevano una gran confusione. Mi girai verso le ragazze sorridendo… forse stavo entrando nel clima vacanza!
Inforcai nuovamente gli occhialoni da sole, per osservare meglio i ragazzi senza destare alcun sospetto. Dei cinque, uno secondo me era molto carino: vestito con una maglietta semplice ma con dei pantaloncini che risaltavano le gambe muscolose, lineamenti regolari, già abbronzato, con i capelli rasati ai lati e un bel ciuffo che scendeva dispettoso sugli occhi neri,
Rideva e scherzava con gli altri e ogni tanto si girava dalla nostra parte.
“ Ragazze, il moro è mio!”, dissi tutto d’un fiato
“ Hahah Lunaaa! Sei incorreggibile! Non siamo neanche partite e già pensi a fare danni? Si, comunque è decisamente molto carino, ma a me piace il biondino… ”, mi rispose prontamente Valentina.
< Gra? Tu che dici? >
< Ahh… no ragazze io passo! Sono fidanzata! >
“ Occhio non vede, cuore non duole! ”, dissi ridendo a più non posso.
Grazia mise il broncio e si sedette zitta zitta.
Il volo trascorse tranquillo, ascoltai tutta la mia playlist senza essere disturbata anche se ogni tanto lanciavo un occhiata furtiva al bel moretto che ricambiava prontamente.
Da quel che avevo capito ascoltando i loro discorsi, avrebbero alloggiato nel nostro stesso villaggio ed avrebbero preso il nostro pullman per raggiungerlo una volta scesi dall’aereo.
Il bus fortunatamente era già arrivato, e il bel moretto mi stava facendo cenno di andarmi a sedere proprio accanto a lui.
Sfoderai il migliore dei miei sorrisi e con il cuore impazzito mi avvicinai. Anche Gra e Vale erano in compagnia e non mi degnarono di uno sguardo al mio passaggio, loro si non stavano perdendo tempo!
< Piacere Gabriel, tu? >
< Ciao! Piacere io mi chiamo Luna! Grazie del posto, le mie amiche si sono dimenticate di me! >
< Sono in ottima compagnia tranquilla, sono con i miei più cari amici! >
Sinceramente non lo stavo neanche ascoltando, mi ero persa nei suoi occhi neri e in quella bocca da baciare.
Mi si rimescolò lo stomaco e non solo…
Mi vergognai da morire, eravamo appena arrivati e avevo le mutande fradice!
Ci demmo appuntamento la sera stessa, dopo la cena la serata si sarebbe spostata in discoteca, quindi quale occasione migliore per approfondire la conoscenza?
Alla reception scoprimmo con grande piacere che le camere assegnate erano praticamente vicine, dunque ci congedammo con un casto bacio sulla guancia, promettendoci di trovarsi dopo poco.
Chiusi la porta della camera e tirai un sospiro di sollievo, era proprio carino!
Svogliata sul letto, stavo impazzendo dal caldo torrido che aveva invaso Firenze, eravamo già a Luglio… io mi stavo sciogliendo e in più mi sentivo tutti i muscoli doloranti, complice il nuovo corso in palestra che avevo iniziato a frequentare da tre giorni circa.
Non mi sarei mai iscritta se non fosse stato per Grazia, la mia nuova collega del ristorante: una brunetta tutto pepe di ventiquattro anni che voleva a tutti i costi un sedere da urlo entro Agosto!
Mi ero lasciata trascinare e ora… sembrava mi fosse passato un carro armato addosso!
Squilla il cellulare, allungo il braccio fino a quando la mia mano a tastoni non lo trova… E’ Grazia, penso si sia preoccupata perchè non le ho più risposto su WhatsApp.
< Scusa Luna, ma se stai così male, perchè non ti prendi un antinfiammatorio e non vai a farti un bel massaggio rilassante? >
< Gra… io odio i massaggi!! Non sopporto proprio che qualcuno mi tocchi la schiena!! E soprattutto… non riesco a rilassarmi! >
< Ma come la fai lunga!!! Prova il centro massaggi indiano dove vado io, vedrai che ti rimetteranno al mondo!! Scommettiamo una bevuta? >
< Mmmm… non lo so… comunque mandami l’indirizzo dai vado a darci un’occhiata in internet! >
Sbuffai e chiusi la conversazione, dovevo fare qualcosa perchè stavo veramente male!
Accesi il pc controvoglia e digitai l’indirizzo che mi aveva girato Grazia, subito la schermata del computer si fece scura e una musica molto rilassante invase la stanza.
Le foto della struttura risultavano professionali e bellissime, il centro era curato nei minimi dettagli, sembrava di essere in India!!
Controllai l’indirizzo che era piuttosto vicino a casa, quindi mi decisi e presi on line un appuntamento per 14.30… il tempo di una doccia al volo e con la bici sarei arrivata al centro all’ora stabilita.
Mi sentivo un po’ agitata… mi sarebbe scocciato moltissimo pagare per una cosa che trovavo irritante.
“ Inutile rimuginarci Luna, ormai è andata! ”, dissi ad alta voce cercando di convincermi di aver fatto la cosa migliore.
Ore 14.20. Puntualissima di fronte alla porta del centro massaggi.
Legai la bici distrattamente al palo sul marciapiede, mi mordicchiai nervosamente il labbro e sistemai i capelli alla meglio con la pinza, sentivo già i brividi freddi addosso… Mi feci coraggio e suonai il campanello.
Spinsi forte il pesante portone di legno e mi trovai inebriata da un buonissimo profumo di incenso.
Una bellissima ragazza dai tratti indiani con una lunga casacca bianca e dei leggins neri mi accolse.
< Luna? >
< Si… >
< Filippo il massaggiatore specializzato in massaggi decontratturanti, rilassanti e massaggio Yoni arriva subito, intanto se mi vuoi seguire ti faccio accomodare nella sala massaggio così ti puoi cambiare… >
Fare la cam girl mi stava piacendo un sacco…
Era già qualche mese che frequentavo il sito per Cam Girls e cercavo di ritagliarmi ogni giorno almeno due orette per poter stare in chat. Per incrementare la visibilità le ragazze più navigate mi avevano consigliato di aprire una Pagina Facebook in modo da poter avvisare gli utenti più affezionati sugli orari in cui mi avrebbero potuto trovare on line, e anche per stuzzicarli un pochino con foto e video inediti ad alto contenuto hot!
Il mio profilo aveva tantissimi “ amici ”, e più trascorrevano i giorni più le amicizie crescevano. Buffo invece come il mio profilo reale non riscontrasse così tanto successo rispetto alla pagina aperta come “ Modella ”… Alla fine ero pur sempre io, ma foto così ammiccanti attiravano veramente tantissime persone.
Quello che mi sorprese maggiormente era la varietà delle amicizie che avevo: uomini e donne dai più disparati lavori ed età, dal muratore all’avvocato, dallo studente alla casalinga, dall’imprenditore al disoccupato…
Mi lusingavano i complimenti a cui rispondevo personalmente con messaggi privati, con alcuni utenti mi sentivo regolarmente. Sembrerà strano, ma alla fine erano nate davvero delle amicizie e se avevo bisogno di qualcosa non avevo che l’ imbarazzo della scelta!
Mi sarebbe piaciuto avere un sito tutto mio dove poter dare una mano alle ragazze che volevano diventare cam girl, perchè per me non era stato facile, non avevo avuto aiuto da nessuno e ogni tanto ero pure rimasta fregata da qualche utente più furbetto degli altri.
Scorsi con il mouse la lista degli amici… Erano infiniti!!! Urgeva un consulto con qualche cervellone del web! Ricordavo di avere qualche web master e web designer tra i contatti… Ma i nomi?? Ufff…
Dopo circa un oretta avevo fatto una piccola selezione. Li consultai tutti, ma nessuno, dopo aver visto le mie foto postate sul profilo, sembrava poi più di tanto concentrato sul lavoro che gli stavo proponendo, ma bensì su altro… Come biasimarli però!
Un giorno, in un gruppo di Facebook dedicato agli internauti appassionati della piattaforma di Joomla, posi una domanda e, tra i tanti che mi risposero, uno in particolare attirò la mia attenzione. Si chiamava Giuseppe.
In realtà tra le amicizie ne avevo parecchi che mi proponevano di poter aprire un sito web tutto mio, ma lui sembrava molto professionale e serio.
Avevo spulciato con attenzione la sua pagina Fb e il suo profilo, aveva molte foto del bellissimo luogo dove abitava: Orosei, in Sardegna.
Un uomo attraente, dai colori mediterranei e i lineamenti marcati, moro, con due occhi profondi e scuri come una giornata di tempesta, una bocca carnosa che sembrava disegnata, sicuramente più grande di me, di forte presenza, molto curato ma allo stesso tempo rude, con uno spiccato senso dell’umorismo e… molto molto intelligente.
Premetti il tasto INVIA. Messaggio privato inoltrato! Adesso non mi restava che attendere…
Mi misi comodamente rannicchiata sul divano e feci una ricerca veloce su Google. Volevo farmi un bel viaggetto da sola in estate, ma dovevo ancora scegliere la meta, anzi, in cuor mio l’avevo già scelta. Perchè non unire l’ utile al dilettevole?
Siii, Sardegna!
Prenotai on line due settimane di soggiorno ad Orosei… Chissà come sarebbe andata a finire e sorrisi maliziosa tra me e me.
Il sole stava già tramontando e l’ora dell’appuntamento era vicina.
Arrivai in anticipo e mi fecero accomodare al tavolo da lui prenotato in un locale con vista sul mare. Mi sentivo frastornata ed eccitata allo stesso tempo, ero vestita con cura ma senza cadere nella volgarità! Dopotutto Giuseppe era un uomo mica un ragazzino, non volevo essere troppo sexy, ma semplicemente femminile e sensuale.
Avevo scelto un abito bianco poco scollato e con spalline sottili, corto davanti e lungo dietro, la stoffa era impalpabile e mi accarezzava la pelle. Non indossavo il reggiseno, il perizoma era anch’esso candidamente bianco. Capelli sciolti, trucco leggero e… il mio marchio di fabbrica, il rossetto color ciclamino che risaltava il mio incarnato leggermente baciato dal sole.
Non avevo volutamente messo i tacchi, speravo con tutto il cuore mi portasse a passeggiare sul bagnasciuga… Sorrisi scioccamente… Si, ero pericolosamente attratta!
< Luna? >
Una voce profonda dal marcato accento sardo mi prese quasi di sorpresa, mentre un brivido raggiungeva il mio basso ventre, il cuore si mise a battere all’impazzata. Deglutivo a fatica e mi sentivo tesa come una corda…
< Giuseppe, ma che piacere! Finalmente ci conosciamo! >
Sgranai gli occhi vedendolo… Era di una bellezza così virile!! Alto e abbronzatissimo, vestito in maniera casual era mille volte meglio che in fotografia. Curvò gli angoli della bocca fino a formare un sorriso disarmante e con passo sicuro si avvicinò al tavolo.
La serata trascorse velocemente tra risate e aneddoti… Eravamo spensierati e gli argomenti sembravano non mancare. Dopo aver condiviso anche l’ ultima seadas, con molta naturalezza mi fissò con quegli occhi color carbone e mi chiese se mi fosse piaciuto fare una passeggiata.
Sorrisi annuendo e strinsi le gambe per calmare i fremiti che mi stavano invadendo, ma ciò che ottenni fu l’effetto contrario: ero vergognosamente bagnata!
Iniziai a strofinare lievemente le cosce…
Distesa sul letto della mia cameretta, mi misi svogliatamente a riordinare i libri dell’università sparsi sul copriletto. Impilandoli ordinatamente mi balzò agli occhi una foto un po’ spiegazzata che faceva capolino tra le pagine.
Ritraeva me e i gemelli durante un fine serata in trattoria. Sembravamo felici e spensierati, con la nostra divisa ordinata e le mani alzate con i calici colmi di chianti.
Sorrisi, ripensando a uno dei primi incontri, a modo mio li amavo e tenevo tantissimo a loro…
Francesco e Luigi, perversi gemelli… nonché miei datori di lavoro e amici di mille avventure.
Amavo l’irruenza e la spavalderia di Francesco e la dolcezza e la sensibilità di Luigi, ma soprattutto amavo il loro animo libero, borderline, la loro passione per le donne e la perversione per piedi, scarpe e collant.
Avrei potuto essere la loro sorellina monella, stavamo troppo bene insieme!
Adoravo stuzzicarli e quando mi chiamavano per lavorare mi presentavo casualmente con vari modelli di ballerine, una cavigliera sottilissima sul piede sinistro, anellini finemente lavorati su entrambi gli anulari e unghie sapientemente smaltate.
Mi piacevano i miei piedini dalle dita affusolate, anni di danza ne avevano sviluppato il collo del piede e poi avevo una bellissima misura trentasette.
Quella sera i gemelli erano abbastanza euforici. Dovevamo uscire dopo il turno, come la maggior parte dei fine settimana che lavoravo con loro in trattoria. Ci saremmo trovati al Duomo di Firenze insieme al resto del gruppo per andare a ballare fino a mattina in una discoteca del centro storico.
La serata era trascorsa in maniera disordinata e frenetica… diciamo che l’organizzazione non era il loro forte, comunque avevamo lavorato moltissimo e la stagione era incominciata con i turisti che arrivavano a sciami e molto affamati! Complici un’ ottima recensione su una famosissima guida americana di “ Rick Steves ” e numerosi commenti positivi su “ TripAdvisor ”.
Dopo aver congedato con un abbondante dose di limoncello l’ultima coppia di turisti francesi rimasta, Francesco con uno scatto brusco tirò giù la saracinesca, lasciando aperta la porta d’entrata ed abbassando ulteriormente le luci di sala.
Luigi invece spense la radio che gracchiava una canzone strappalacrime e mise un cd di musica lounge, poi, si diresse verso la cassa per poter effettuare la chiusura giornaliera.
Sorrisi tra me e me, questo era il momento della serata che più mi piaceva, sembrava sempre così intimo: noi tre, una bella musica di sottofondo e il locale completamente vuoto.
Presi l’ultima candela accesa e, cercando di non spegnere la fiamma la misi con delicatezza al tavolo “ sette ”.
Il tavolo “ sette ” era per me il posto più bello del ristorante! Strategicamente posizionato vicino alla cassa, godeva della vista su tutta la sala e, molto vicino anche all’entrata della cucina rendeva possibili le conversazioni con un po’ tutti noi dello staff.
Ne ha viste di cose quel tavolo… di solito veniva riservato agli amici che si fermavano a cena, così tra la preparazione di un antipasto e una fattura, potevamo scambiare quattro chiacchiere…
Mi sedetti, stiracchiandomi allungai le gambe sopra il tavolo incrociando i piedi uno sopra l’altro, solo ora iniziavo a sentire la stanchezza…
Con la punta del piede sinistro, feci scivolare la ballerina dietro al tallone del piede destro, in maniera che venisse sorretta solamente delle mie dita. Iniziai maliziosamente a dondolarla, in modo dolce e cadenzato.
Francesco si accomodò di fronte a me, era silenzioso ma il suo sguardo torbido diceva tutto, era fisso sulle mie estremità senza staccare mai gli occhi.
Quasi meccanicamente si mise a rollare una canna di erba.
La chiuse bagnando la cartina con la saliva, ma sembrava invece che stesse leccando un dito del mio piede!
Luigi si fermò per un attimo nel fare i conti ed esclamò: ” Cazzo Lu, così non vale! E come finisco la chiusura se continui a muovere quel piedino? Che stronza… e poi guarda quell’altro come si è imbambolato… ”
Risi di gusto anche io ed aggiunsi: ” Mhhhh… stasera sono così stanca, mi ci vorrebbe un bel massaggio… ”
Mi piaceva farmi forte con le loro debolezze, ci giocavo e mi eccitava condurre la situazione.
Fin dal primo giorno che Valentina mi parlò di loro, io fantasticavo su come potesse essere un amplesso con due gemelli. Era solo questione di tempo e non avevo fretta, volevo gustarmi la situazione un poco per volta.
Aspettammo in silenzio che Luigi finisse la chiusura e finalmente si mise a sedere affianco a me con tre bicchieri e un fiaschetto di Chianti Classico.
Nel porgermi il bicchiere con il vino le sue dita indugiarono sulle mie e quasi sussurrando, con voce spezzata, mi disse:
” Stasera hai un visino da troia e stai facendo la rizza cazzi… ti piace vero? ”
” Avevi dubbi in proposito? “, risposi.
Ritrassi la mano, inzuppai la punta del dito indice nel bicchiere e portandolo alla bocca lo succhiai avidamente mugolando come una gatta in calore.
Li volevo fare eccitare entrambi. Mi stavano guardando attoniti…
” In ginocchio!! “, dalla mia bocca uscirono senza quasi me ne accorgessi queste parole.
Il tono era duro e sprezzante, mi sorpresi di me stessa ma non lo detti a vedere.
Volevo sapere fino a dove sarei riuscita a spingermi, il gioco poteva essere perverso e io volevo comandare il loro piacere.
Luigi si mise a carponi sul pavimento di cotto e, con il viso tra lo stupito e l’eccitato rispose: ” Si! Padrona… ”
Gli misi il piede ad altezza testa e con la ballerina ancora a penzoloni quasi sussurrai: ” Lecca… ”
Non se lo fece ripetere due volte, aprì la bocca e con avidità incominciò a leccare la suola sudicia delle mie scarpette…
Lo osservavo mentre andavo a prendermi delle pizzette al tavolo del buffet, per cercare di tamponare il mio stomaco che stava brontolando.
Era alto e magro, un viso regolare dal sorriso contagioso, capelli corti, curato e un po’ di barba.
Non riuscivo ad intravedere il fisico, portava jeans chiari calati e un maglioncino dolce vita aderente verde… come i suoi occhi.
Mi misi comoda a sedere e sfacciatamente gli rivolsi uno dei miei più bei sorrisi mentre, accavallando la gamba… Ricambiò.
Sentii rimescolarmi lo stomaco e, non era fame… perlomeno non di cibo!
“ Sciocca ”, dissi tra me e me… sto aspettando Andrea e penso già ad altre distrazioni!
Continuai a bere il drink giocherellando con ghiaccio e cannuccia, cercando di far trascorrere un po’ il tempo, altri dieci minuti e sarebbe saltata la prenotazione al ristorante Thai…
Lo guardai con più attenzione: aveva delle belle mani curate, ed occhi che ridevano di un bel verde muschio, intensi, lo sguardo scivolò sul cavallo dei pantaloni, potevo intravedere il suo uccello, nonostante fosse magro ci avrei scommesso la testa che era dotato di un bell’attrezzo!
Chissà come scopava… Arrosii scrollando la testa.
Iniziavo ad innervosirmi, ricontrollai per l’ennesima volta il cellulare… nulla, nessuna chiamata, nessun messaggio e io non avevo credito oltre che pochissima batteria a disposizione, perfetto!
Sbuffai ormai rassegnata mentre il locale si stava riempiendo di gente.
Cercai con lo sguardo quel ragazzo dagli occhi verdi che poco prima aveva tanto attirato la mia attenzione, almeno mi sarei “ rifatta ” gli occhi un altro po’ fino all’arrivo di Andrea.
Vidi la compagnia di amici, ma lui sembrava essersi volatizzato.
Peccato, avrei tanto voluto civettare con lui.
Poi mi accorsi che era al bancone e pure abbastanza vicino a me! La situazione si stava facendo molto interessante, mi concentrai sul drink che avevo ordinato per Andrea, il ghiaccio ormai si era sciolto, pazienza, lo avrei bevuto lo stesso. Una lunga sorsata… rabbrividii, ma come cavolo faceva a piacergli? Troppo forte!
< Scusami se mi permetto, bevi per dimenticare o stai aspettando qualcuno che ti ha dato buca?… >
Scostai una ciocca di capelli dal viso e mi girai: “ Un po’ tutte e due, bevo per dimenticare una persona che doveva venire… ”
Rise… aveva un sorriso bello da mozzare il fiato.
< Allora spero non ti dia fastidio se rimango… >
< Figurati, piacere io sono Luna! >
< Piacere mio, Marco, stavi aspettando il tuo ragazzo? >
< No no… ci stiamo frequentando e basta… tu? single o fidanzato? >
< Single, da poco… ma sto bene così per la verità… >
Sorrisi a mia volta, avvicinai il bicchiere al suo e brindammo.
Mi sciolsi, era di piacevole compagnia e un gran chiacchierone, mi sembrava di conoscerlo da una vita! Molti erano gli interessi in comune, dalla musica agli hobby, dalla moda al lavoro, anche lui aveva fatto per molto tempo il cameriere, adesso l’insegnante di nuoto.
Mmmh… scopare in acqua e poi con un insegnante di nuoto, mi mancava proprio!
Un brivido mi risalì lungo la schiena, morsi leggermente il labbro inferiore cercando di darmi un contegno.
La sua gamba sfiorò la mia mentre con sguardo penetrante era come mi chiedesse il permesso di farlo… io, feci finta di nulla e non mi spostai di un millimetro, le guance mi stavano andando a fuoco!
< Ti muovi in maniera sensuale Luna, te l’avevano mai detto? >
< Beh non lo so, non ci ho mai fatto caso… >
Mi scostò la solita ciocca ribelle dal viso e piegando la testa di lato, con la cannuccia ben ficcata in bocca, mi fissò osservandomi intensamente, quasi come a volermi guardare dentro…
< Sei molto carina, ma questo penso già tu lo sappia… >
Ridacchiai compiaciuta.
Finalmente squillò il cellulare, Andrea stava arrivando. Per la verità era già arrivato ma vista la confusione all’interno del locale, non era riuscito ancora a vedermi.
Mi alzai per cercare di trovarlo e come se nulla fosse accarezzai la gamba di Marco.
Andrea mi venne incontro trafelato e, tra lo stupito e l’ incredulo guardò prima me e poi Marco.
Mi baciò lieve a fior di labbra e mi sussurrò all’orecchio: “ Vedo che non hai perso tempo cucciola, non pensavo ti piacessero le cose a tre… ”
Risi imbarazzata ma piacevolmente sorpresa sia dalla sua reazione, sia da quello che mi aveva detto.
Feci le presentazioni, ma ne Marco ne Andrea sembravano preoccupati dalla situazione anzi, erano quasi complici.
Mi sorse il dubbio che Andrea avesse organizzato il tutto per farmi una sorpresa…
No, non poteva essere possibile, conoscendolo sicuramente me ne avrebbe parlato prima, scacciai scioccamente questo pensiero e mi misi a sedere tra loro.
L’atmosfera era intima e rilassata, io mi sentivo bene ma il locale era veramente troppo affollato e rumoroso così decidemmo di proseguire la serata altrove, al diavolo il ristorante Thai, ormai avevo perso l’appetito.
L’aria fuori era fresca così decidemmo di passeggiare un po’, anche perchè per arrivare al parcheggio dove Andrea aveva lasciato l’auto, dovevamo comunque percorrere un pezzo di strada a piedi.
Le chiacchiere erano fluide e i discorsi sempre più audaci, la mia testa leggera sembrava galleggiare, stavo bene e Marco si era inserito alla grande tra noi.
Avevo una gran voglia di baciargli e mordergli le labbra, spiare la reazione di Andrea anche se potevo intuire dagli sguardi complici che ogni tanto mi mandava, che non vedeva l’ora di arrivare al dunque.
In realtà lo sapevamo tutti dove volevamo arrivare, era palese! Come se avessimo stipulato un tacito accordo, ma nessuno voleva rompere gli equilibri che si erano creati durante la serata.
Dovevamo creare l’occasione perfetta. Una cosetta da nulla direi visto che eravamo in tre!!!!
Riuscivo a vedere la macchina di Andrea in lontananza… che peccato, eravamo già arrivati e io avevo una gran voglia di scopare…
Ultima sigaretta in compagnia?
Mi appoggiai stanca alla macchina, la testa mi girava piacevolmente, le guance leggermente arrossate tradivano un misto di eccitazione e imbarazzo, Andrea mi sfiorò il braccio mentre piccoli brividi scendevano verso il ventre.
Anche Marco si stava avvicinando a me… ero stretta in mezzo a loro!
Mi mancava l’aria mentre il respiro si faceva affannato, potevo sentire la gamba di Marco attaccata alla mia e immaginavo la sua eccitazione straripare dagli slip.
Ero bagnata, vergognosamente fradicia al pensiero di essere scopata da entrambi.
Chiusi gli occhi, come se fossi una preda in balia dei cacciatori.
Ecco… la situazione perfetta! Sentii una mano accarezzarmi…
Molto spesso nel tardo pomeriggio, mi capitava di controllare la mail nel sito di “ Incontri ” sul quale io e Andrea ci eravamo iscritti come “coppia ”. Già, anche se non stavamo insieme ci consideravamo ormai a tutti gli effetti una coppia…
Bhè l’idea inizialmente a dire il vero era stata più sua, ma pian piano aveva coinvolto anche me.
Ci piaceva frequentare i club e conoscere persone che la pensavano come noi. Ci eravamo iscritti così quasi per gioco e forse anche per curiosità di vedere che tipo di coppie frequentavano questo genere di siti.
Solitamente i messaggi erano sempre gli stessi:
un “ caffè ” conoscitivo e una marea di complimenti, ma questa volta pero’ una mail aveva colto la mia attenzione…
Il testo diceva: “ Complimenti alla lei… mai pensato al consiglio di fare la Cam Girl ? ”
Cam girl… si ne avevo sentito parlare, ma sinceramente non ero così informata sull’argomento anche perchè le uniche ragazze che avevo intravisto su internet a fare questo, erano bellissime e quasi tutte rifatte… insomma un po’ diverse da me obiettivamente.
Osservai il mittente del messaggio e vidi che era stato mandato una una giovane coppia siciliana.
Titubante mi misi alla tastiera e dopo aver cancellato ripetutamente alcune frasi, scelsi di rispondere così: ” Grazie ragazzi dei complimenti e… no… non ci ho mai pensato, sono solo una semplice lei di coppia… ”
Premetti il tasto invio e passai a visionare distrattamente gli altri messaggi.
Poco dopo una busta lampeggiante segnava l’arrivo di un nuovo messaggio… erano ancora loro!
“ Ciao, sono Veronica, sei veramente molto carina… se hai un po’ di tempo e voglia, contattami… secondo me saresti perfetta e ti divertiresti da matti! Che dici ?… ”
Guardai Andrea con faccia interrogativa. Questo ancora non me l’aveva proposto nessuno…
Feci un rapido salto su Google, prima volevo saperne di più. Digitai: “ siti cam girl ”, e vennero fuori una marea di siti web…
Cavoli! Da che parte iniziare?
Spulciai in un paio di siti che mi sembravano seri e poi decisi di telefonare a Veronica per sentire cosa avesse da dirmi.
Dopo mezz’ora di telefonata e una dozzina di domande che mi ero preparata, annunciai seriosa ad Andrea: “ Ho deciso! Diventerò una cam girl! ”
Andrea mi guardò tra il sorpreso e il divertito, sapeva che ogni giorno avevo un idea nuova… a parlantina ero molto brava ma a fatti… Beh, avevo i miei tempi!!
Il lavoro era semplice, mi dovevo procurare una cam mobile e un paio di toys… il minimo per poter fare degli spettacoli hot.
Dovevo scegliermi un nickname adeguato che mi rappresentasse per come ero, ed iniziare a completare accuratamente la pagina del mio profilo con descrizioni varie e foto sexy.
Veronica mi disse infatti di prendermi tutto il tempo necessario, il profilo era la cosa più importante, il mio biglietto da visita dopotutto!
Mi sentivo elettrizzata, come una bimba al suo primo giro in giostra.
Riguardai più volte tutte le fotografie che avevo a disposizione e ne scelsi una molto recente, dove si poteva vedere bene il fisico fasciato da una lingerie elegante e raffinata nera e rossa di raso, poi passai alla descrizione…
Lessi prima cosa avevano scritto le altre modelle, sembravano tutte così banali: “ sono porca, ti aspetto, sarò la tua porcellina… ”, no… decisamente volevo distinguermi!
Stappai una bottiglia di Beck’s e raggomitolandomi sulla poltroncina girevole davanti al pc iniziai a rimuginare…
Volevo far emergere solo com’ero… e, quasi senza accorgemene le dita presero a scorrere veloci sulla tastiera…
“ Mi chiamo Luna e non ho nessuna voglia di crescere… il buio mi fa paura, sono una che mangia pizza e poi non se ne pente… ”
Bevvi un altro sorso di birra e rilessi… si , così era perfetto e questa ero io! Dovevo solo continuare…
Ripresi senza sosta scrivendo tutto d’ un fiato ed il risultato mi faceva impazzire:
“ Bevo vino rosso perchè mi piace l’effetto che fa sulle persone, piango per i film d’amore e leggo libri imbarazzanti. Mi commuovono i gesti piccoli ma efficaci, mi piacciono le giornate dai cieli cupi e le passeggiate quando piove a dirotto. Ho sempre un libro in borsa con cui mi proteggo dalla gente, non sopporto le persone superbe, gli anticonformisti ad ogni costo, quelle troppo perfette, quelle che mentre parlo di me iniziano a parlare di loro. Sono sfuggente perchè so che tanto, prima o poi, scappano tutti. Sono innamorata, ma non è una questione di vita o di morte, è una questione di forza. Sono la migliore amica di tutti finchè tutti non trovano amici migliori. Non sono costante, sono scontrosa, sono incoerente, sono monella, pesto i piedi solo come i bambini sanno fare. Le mie foto parlano da sole, non sono e non mi atteggio a diva o porno star , ma sono la ragazza (mooolto birichina) della porta accanto… forse la tua Vicina di Casa ? ”
Inviai tutto quanto e aspettai la conferma di avvenuta registrazione.
Bene… adesso si trattava solo di collegarmi… una morsa allo stomaco mi prese solamente al pensiero… io non mi ero mai spogliata in maniera ammiccante davanti a nessuno, figuriamoci poi a masturbarmi!
Decisamente ero un incosciente, ma la cosa mi stava incuriosendo troppo e anche un po’ eccitando. Si, volevo andare fino in fondo!
Aspettai il giorno dopo e scelsi accuratamente l’ orario: “ la pausa pranzo”, molti impiegati si collegavano dagli uffici a quell’ora, e notai infatti che a differenza delle modelle, gli utenti erano davvero tanti!
Mi preparai con cura come se stessi per uscire, la doccia fu lunga e calda, mi rilassai moltissimo concedendomi poi un lungo massaggio con la mia crema preferita, sentivo tutto il corpo tendersi sotto il mio tocco, un misto tra paura ed eccitazione. I capezzoli erano già turgidi e duri, la mia “ Lady ” era liscia e succosa, pronta per essere al centro dell’attenzione…
Scelsi delle calze autoreggenti nere, elaborate ed eleganti con una bella balza di pizzo molto lavorato e la riga dietro.
Aprii il cassetto della biancheria, dovevo trovare qualcosa di altrettanto sexy ed adeguato, così optai per un completino intimo nero di raso con gli inserti di pizzo (neri), il reggiseno a balconcino faceva risaltare il mio seno e lo slip alla brasiliana incorniciava il mio lato B.
Completai il tutto con paio di sandali con plateau e tacco vertiginoso.
Mi guardai allo specchio e quasi non mi riconoscevo… chi era quella ragazza dal fisico affusolato e dallo sguardo felino e sicuro che mi guardava?
Ahaha… Ero io! Ma sembravo un altra persona, così sexy e lussuriosa, non avevo mai fatto caso a come fossi femminile.
Sorrisi tra me e me, mi sedetti sul letto e accavallai le gambe con fare consumato, accesi il pc e mi collegai…
Nick: Luna La Vicina di Casa, ora iniziava il divertimento!
Dopo pochi secondi, mentre ancora stavo cercando il modo di far funzionare l’audio e di sistemare la cam, ecco un suono che mi stava avvisando… un utente era entrato…
Non feci in tempo a presentarmi, che all’improvviso si aprì una nuova finestra “ L’utente “ Apple81 ” vuole fare un privato con te ”… cliccai velocemente il tasto accetta.
Il cuore mi batteva fortissimo in gola…
“ Segui il tuo istinto Lu, divertiti e godi! ”, pensai.
Iniziò la sessione privata tra me e lui… aveva attivato la sua cam, era un bel ragazzo, straniero e stava palesemente toccandosi in un ambiente che somigliava tantissimo ad un ufficio.
Le sue prime parole furono: “ Hi, play with me please… ”
Sorrisi, gli mandai un bacio avvicinandomi alla cam e lentamente, come se mi stessi specchiando, iniziai uno strip sensuale a tempo di musica.
Cazzo se era eccitante! Sentivo i gli umori scendermi tra le cosce mentre un calore inaspettato mi faceva arrossire violentemente le guance.
Giocai con le spalline del reggiseno, ne feci scivolare prima una e poi l’altra fino a fare scoprire il seno ed i capezzoli, li accarezzai dolcemente fino a farli diventare durissimi…
Si mi piaceva terribilmente, mi sentivo sporca, stavo facendo del cybersex con uno sconosciuto…
Vidi la sua mano trafficare tra i pantaloni, tirò fuori la sua asta già dura, uno spettacolo per i miei occhi! Era eccitato per me. Pazzesco!
Presi il dildo che avevo comperato per l’occasione, lo avevo scelto con cura, grosso e venoso era la fotocopia esatta di un bel membro in erezione.
Leccai le labbra ripetutamente e avvicinandomi alla cam con il dildo, a pochi centimetri dalla bocca feci colare un rivolo di saliva lasciandolo cadere sulla punta del toy…
Aspettai che questa scivolasse un po’, le dita iniziarono a spalmarlo prima sulla cappella morbida e liscia, poi lungo tutta la sua lunghezza, su e giù come se glielo stessi masturbando.
Lo vedevo ansimare, con la fronte bagnata di sudore e la cravatta leggermente allentata, gli occhi erano famelici come se non fosse ancora sazio di me…
Lo fissai per un lungo istante senza smettere di segare sensualmente il dildo appoggiato tra i miei seni nudi e vogliosi di essere toccati.
Mi portai la mano alla bocca e succhiai forte le dita chiudendo gli occhi, poi le feci scivolare giù sempre più in basso fino ad arrivare all’orlo di pizzo dello slip…
Spalancai bene le gambe, ma non li tolsi, volevo farlo impazzire dal desiderio, le dita scorrevano sopra il tessuto ormai impregnato di umori, lui non mi staccava gli occhi di dosso e se lo toccava sempre più vigorosamente…
Scostai gli slip…
Era spalancata e vogliosa di lui, le labbra leggermente gonfie ed arrossate e i miei umori luccicanti che stavano filando… Avevo voglia!
Piazzai il dildo davanti alle mie gambe e mi misi a carponi spostando la cam dietro di me, da questa angolatura poteva vedere il mio culetto e contemporaneamente la mia patatina…
Mi sedetti sopra, un solo colpo, ed era tutto dentro di me…
Iniziai a dimenarmi come se lo stessi cavalcando, lo vedevo entrare ed uscire velocemente mentre gli umori colavano ovunque, ne feci arrivare un po’ all’ ingresso del mio buchino stretto che cercai di allargare piano piano prima con l’indice e poi insieme al medio…
Mmmhh siii, come mi piaceva l’idea di essere riempita e anche lui stava apprezzando lo spettacolo, m’incitava scrivendo di sfondarmi il fiorellino ed io non ci pensai due volte….
La candela sul comodino faceva proprio al caso mio, era nuova, lucida e grossa!
La poggiai davanti al mio buchetto ormai rilassato e cominciai a premercela.
Spostai nuovamente la cam in una posizione dove poteva vedermi tutta.
Volevo mi vedesse struggermi dall’ orgasmo.
La candela si faceva spazio velocemente mentre il desiderio di venire era quasi al limite…
Continuavo a fissare lo sconosciuto in cam masturbandomi alternativamente con dildo e candela…
Lo vidi agitarsi e chiudere gli occhi gettando la testa all’indietro… uno, due , tre schizzi gli sporcarono la camicia… l’avevo portato all’apice del piacere, sorrise e chiuse il collegamento.
Cavoli! Proprio adesso? Mi aveva lasciata a metà… Ero più eccitata che mai, dovevo venire a tutti i costi!
Indaffarata come sempre a servire tra i tavoli non mi ero neanche accorta che eravamo quasi vicini all’ora di chiusura.
Ero felice, forse perchè mi sentivo un po’ brilla visto che a cena, prima di iniziare il servizio, io e Luigi ci eravamo bevuti un intera bottiglia di buonissimo vino novello.
Tra una chiacchiera e un altra mi ero lasciata scappare – beh diciamo pure che morivo dalla voglia di dirglielo – quanto era bello Michele, un nostro affezionato cliente e ovviamente amico di entrambi i gemelli.
Confidando questa cosa sapevo benissimo che sarebbe arrivata in un batter d’occhio al diretto interessato, Luigi era un amico fidato e una persona stupenda, ma una vera pettegola!!!
Sapevo anche che ultimamente Michele veniva ogni sera a mangiare qui al ristorante… solo.
Giravano voci sul suo conto, si diceva fosse un gran amante delle donne in generale e che in questo momento veniva a cenare da solo perchè aveva messo gli occhi su di me.
Quando venni a saperlo mi misi a ridere, insomma Michele era un uomo maturo, se gli fossi interessata sicuramente lo avrei notato e invece mi trattava solo con estrema gentilezza – si, dico “ solo ” perchè forse avevo una punta d’invidia, vedevo che andava con molte donne e anche se non volevo essere una del gruppo mi sarebbe piaciuto avere un po’ di attenzione.
La prima volta che lo vidi non ci feci neanche caso, ero molto presa dal lavoro e lui si mise a sedere in un tavolino di fianco la cassa. Dovevo capire che era un amico dei gemelli perchè chi si siede solitamente a quel tavolo, è una persona di casa.
Michele mi osservava, ma io non avevo avuto neanche il tempo di apparecchiare il suo posto, quindi chiamai Luigi per farmi dare una mano.
Fu proprio Luigi a presentarci quella sera.
Effettivamente guardandolo meglio era il classico “ bell’ uomo ”, molto curato ed attento ai dettagli, con bellissime mani grandi e anelli particolari.
Al polso un Omega “ Moonwatch ”, vestiva di marca e in maniera un po’ eccentrica ma di classe.
Moro, capelli ondulati con qualche filo argentato, bei lineamenti del viso, occhi nocciola penetranti, profondi e un sorriso disarmante. Fumava la pipa, una cosa che mi incuriosiva parecchio visto che non avevo ancora mai incontrato nessuno che la fumasse.
Era colto ed estremamente brillante, insomma oggettivamente era un’ ottima compagnia e non ero l’unica a pensarlo visto che praticamente tutte le donne che gli venivano puntualmente presentate facevano carte false per portarselo a letto.
Parlammo molto, tutta la sera appena ovviamente riuscivo ad avere un secondo libero.
Era trascorso già un mesetto abbondante da quella sera, lo trattavo come uno di casa, avevamo preso confidenza e trovavamo sempre il tempo per una chiacchiera a fine servizio tra un caffè e un amaro.
Ultimamente veniva sempre solo alla sera, all’inizio era solito cenare sempre in dolce compagnia, ogni volta diversa, tre o quattro giorni alla settimana.
Ma non faceva altro, purtroppo per me…
Ancora intenta nei miei pensieri andai al magazzino delle minerali per fare rifornimento delle bottiglie d’acqua da mettere in frigo per il servizio pranzo dell’indomani.
Come al solito in sala erano rimaste poche persone, due ragazze americane , i gemelli e Michele, aveva collegato il cellulare allo stereo del locale in modo tale che potessimo ascoltare un po’ di musica che aveva scaricato mentre con i gemelli si smezzava una canna.
Ed ecco quella bellissima canzone “ The ghost who walk ”, l’adoravo… mi faceva un sesso pazzesco! Mi ero masturbata all’impazzata un sacco di volte con quella musica di sottofondo pensando a come poteva essere il sesso tra noi due. Lo avevo immaginato selvaggio, ma molto passionale e coinvolgente… chissà se era proprio così.
La stavo canticchiando malamente, quando ad un tratto senti un rumore dietro di me.
Mi girai immediatamente un po’ spaventata e davanti a me, Michele. < Ti posso dare una mano Lu?! >
Arrosii violentemente, sarà stata la vicinanza oppure il vino bevuto a cena, o forse era solo imbarazzo per i pensieri erotici che mi stavano attraversando la mente in quell’istante? < No grazie, in realtà avevo quai finito qui con le minerali, andiamo di là dai gemelli? > < Ma… veramente loro stanno bene così… sono insieme alle americane del tavolo due, sono tutti e quattro ubriachi… e con dell’ottima musica, quella che piace tanto pure a te! > < Sì è bellissima.. ma noi che facciamo qui? > < Tutto quello che ti sarebbe piaciuto fare con me… >
E cosi facendo si avvicinò pericolosamente, indietreggiai fino a sbattere sulle cassette piene di bottiglie facendole tintinnare forte.
Mi bloccò tra le cassette e il suo corpo massiccio. Potevo sentire il suo profumo. Sapeva di uomo, mi faceva eccitare, lo respiravo a pieni polmoni mentre tutto il mio corpo sembrava quasi risvegliarsi.
Il suo viso era a pochi centimetri dal mio, le sue labbra erano invitanti da impazzire, sorrisi e mi avvicinai…
Volevo solo la sua lingua invitante succulente e morbida, volevo che mi leccasse…
Superata la grossa tenda rosso amaranto di pesante velluto che divideva l’ingresso dal locale, una ragazza ci fece strada all’interno.
Gli occhi si abituarono alle luci soffuse anche se in realtà erano parecchio basse. Ci spiegò che le zone erano suddivise per tema: Paradiso, Purgatorio e Inferno.
Alla nostra destra il Paradiso, una sala conoscitiva con mobili in stile barocco e completamente bianca. Molto bella e suggestiva dava l’idea di candore, anche se appese alle pareti c’erano grossi quadri con foto di bellissime donne nude in pose molto esplicite ed erotiche.
Centralmente un piccolo palco con un palo per la lap dance e poi, musica a volontà.
Il resto della sala era arredato con divani e poltrone in pelle bianca.
Non c’erano molte coppie ancora, ma sembravano tutti così a loro agio… Le ragazze erano molto disinibite e ballavano in maniera sensuale attaccate al palo, mentre i ragazzi parlottavano tra loro.
Per tutto il tempo Andrea mi teneva per mano e io mi sentivo protetta, lentamente incominciai rilassarmi: ambiente carino, musica ok e il mio accompagnatore era strafigo!
Ci dirigemmo verso il bancone del bar per ordinare due “ Negroni ”.
Accomodata sullo sgabello, mentre il barista con fare esperto ci preparava da bere, osservai meglio le altre coppie: persone normali più o meno della mia età, ma anche più adulte, apparivano frequentatori assidui del locale che peraltro al momento pareva solo una discoteca leggermente più libertina del normale.
Chiusi gli occhi sorseggiando il mio drink, conoscevo la musica che stava andando, la canticchiai e inconsciamente, mi ritrovai a sorridere…
Andrea
Mi piaceva osservare Luna in questo nuovo contesto, aveva chiuso gli occhi e sorrideva beata, muovendosi lievemente a tempo di musica, sapevo ci avrebbe voluto un po’ di tempo ma vedevo che stava incominciando a rilassarsi.
Splendida nel suo mini vestito bianco non si era accorta che da quando aveva varcato la soglia del locale, tutti gli sguardi dei ragazzi presenti erano fissi su di lei…
Riuscivo ad intravedere i suoi capezzoli turgidi attraverso la stoffa impalpabile del vestitino di maglina, volevo assaporarla tutta, respirare il suo odore e farla godere.
La mia mano prese ad accarezzarle piano la coscia, era calda, morbida e liscia… iniziai lentamente a risalire fino ad arrivare al bordo del vestito, cazzo che voglia!!
Mi avvicinai piano all’orecchio e sussurrandole dolcemente il suo nome, le chiesi se le andava di esplorare il resto del club, lì al bar non c’erano coppie interessanti e non mi andava proprio che Luna fosse toccata o si fosse messa a giocare solo per accontentare me.
In ogni caso mi sarebbe piaciuto moltissimo fare sesso con lei in un posto così, ma non volevo forzare la mano, per ora mi sarebbe bastato farci un giro, poi… chissà.
Le presi saldamente la mano intrecciando le dita alle sue e la guidai verso il corridoio che ci avrebbe portato nella zona chiamata purgatorio. I suoi occhi brillavano dallo stupore, la sala del purgatorio era riservata alle coppie ed era molto affascinante: luci soffuse e la musica ipnotica faceva da sottofondo.
C’ erano piccoli letti e divanetti zebrati ovunque, mentre al centro uno di forma circolare attirò la sua attenzione. Non ci feci subito caso perchè le luci erano veramente basse, ma strizzando un po’ gli occhi osservai meglio cosa stava succedendo.
Una coppia stavano giocando anzi no… guardando meglio erano due lei di coppia insieme, mentre i rispettivi compagni si masturbavano di fianco.
Luna era estasiata, la vedevo fremere e non staccava gli occhi dalla scena di quell’’insolita situazione.
< Ti piace quello che stai vedendo? >
< Ancora non lo so, è tutto così strano… >
< Dai andiamo a vedere il resto, la serata non è ancora incominciata… >
Le diedi un bacio leggero sulle labbra e la trascinai fuori dalla camera. Proseguimmo il nostro tour, le feci vedere le salette riservate a poche coppie con le finestre a sbarre e la porta che si poteva chiudere a chiave e il corridoio con i buchi rotondi nei muri posizionati in varie altezze.
Le spiegai che quello era solamente un divisorio, in realtà c’era una sala dove solo le ragazze potevano entrare, mentre i ragazzi potevano accedervi solamente con una parte del corpo.
Rise di gusto scuotendo la testa:” Non ho capito scusa, gli uomini infilano i loro membri dentro i buchi e le ragazze da dentro fanno dei rapporti orali senza sapere a chi appartiene il cazzo??Pazzesco!! ”
Annuii tra il serio e il divertito. Effettivamente poteva sembrare strano, ma non poteva sapere l’eccitazione che si prova nel fare sesso con delle persone sconosciute, era una delle tante perversioni che si potevano realizzare in posti come questi.
Un guizzo d’interesse le attraversò il viso, senza accorgecene avevamo camminato fino all’entrata della sala inferno, la sala dal gusto sadomaso.
Fu lei ad entrare per prima, la seguii a ruota.
La vidi accarezzare la croce di S. Andrea soffermandosi sulle pesanti cinghie di cuoio che penzolavano da ciascuna estremità, era come se soppesasse la cosa, inclinò la testa di lato come se stesse studiando il da farsi e proseguì oltre…
Arrivò davanti ad una grossa sedia di legno imbottita di cuoio, sembrava una specie di sedia elettrica, anche qui la scena si ripetè: accarezzava, guardava e osservava…
Mi appoggiai di schiena contro il muro, com’era bella… ma ancora non osavo toccarla, non volevo rovinare l’atmosfera e adoravo questa sua curiosità, la cosa mi stava eccitando.
Sentii sfiorarmi la spalla, mi girai e vidi un ragazzo, non capivo se era single o un lui di coppia ma gli sorrisi ugualmente.
< Possiamo? >
“ Si certo! ” , e a ruota entrò anche la sua lei.
Bel fisico, bionda, capelli corti, una bella ragazza più o meno della nostra età. Anche lei con un abitino corto molto provocante.
La serata aveva inizio me lo sentivo! Decisi di rimanere in disparte per vedere cosa sarebbe successo. In ogni caso ero sicuro che non sarei rimasto deluso e poi… ero con Luna.
Mi girai piano verso Andrea e gli sorrisi, ero così assorta ad ascoltare quella musica che mi sentivo come in un altra dimensione, i sensi erano amplificati, sentivo l’odore del cuoio delle cinghie sulla croce e sulla sedia, ero impaurita ma allo stesso tempo eccitata, il sangue mi pulsava forte in ogni parte del corpo, mai come ora mi ero sentita più viva…
Poi la vidi entrare, era bella, bionda con i capelli corti e un incarnato ambrato.
Vestiva in maniera molto femminile con un abito corto color beige, aderentissimo e con scarpe in tinta, bellissime!
Forse stavo impazzendo, ma sapevo solo di volerla con tutta me stessa. Adesso!
Senza staccarle gli occhi di dosso le andai incontro e senza neanche fare le presentazioni di rito, sotto lo sguardo incredulo di Andrea e del suo accompagnatore l’afferrai e la tirai verso di me iniziandola a baciare. Un bacio lunghissimo, passionale e audace.
Le sue labbra erano morbidissime e sapevano di vaniglia. Ero eccitatissima e lei sembrava gradire. Mugolava mentre in mezzo alle mie cosce sentivo salire sempre di più il desiderio.
Ci accarezzammo e ci annusammo a lungo come due animali attratti dal loro istinto, la feci sedere e allungando la mano fino alla gonna le allargai timidamente le gambe.
Volevo sentire il suo piacere caldo, dovevo sapere che effetto le facevo e mentre continuavo a baciarla ovunque sentii le sue mani curiose sui miei seni.
Puro godimento, il suo tocco era delicato quasi chiedesse il permesso di accarezzare, le feci capire che a me piaceva più deciso, misi la mano sulla sua e giocammo pesante con i miei capezzoli stuzzicandoli e tirandoli fino a farli diventare duri e doloranti.
Ansimavo forte e non mi volevo fermare, le dita scivolarono nuovamente in mezzo alle sue cosce ma questa volta andarono oltre, le spostai gli slip ed iniziai ad accarezzarla. Era liscia ed accogliente, ad ogni tocco la sentivo muoversi contro di me, la stavo masturbando con due dita ma sembrava non le bastassero, così non pensandoci due volte, mi staccai dalla sua bocca e feci scorrere la lingua sul suo collo, per poi scendere sull’incavo delle clavicola fino ad arrivare al seno.
Con i denti le scostai la spallina della canottiera ed iniziai a torturarle i capezzoli. I suoi piccoli seni, così rotondi e sodi vibravano ad ogni carezza, li baciai piano soffiandoci sopra per sentirla fremere di desiderio…
Le leccai la pancia e i fianchi, li sentivo inarcarsi su di me come se avesse fretta di offrirsi.
Mi piaceva prolungare l’attesa, volevo farla esplodere di piacere. Non esisteva nessun altro, solo io e lei, due corpi brucianti di passione.
Mi tuffai con tutto il viso sul suo sesso. Era caldo ed estremamente bagnato.
< Ti prego… ti prego fammi venire… >
Non capii più nulla, la mia lingua la penetrò forte mentre le mie dita continuavano a muoversi dentro e fuori la sua fighetta gocciolante, sempre più veloce. Le succhiai il clitoride gonfio e duro senza mai smettere di masturbarla e continuai così, godendo silenziosamente sentendola contorcesi dal desiderio.
Le sue mani mi presero con forza la testa e mi spinsero verso di lei fino quasi non farmi respirare, e poi, finalmente, arrivò l’orgasmo: fortissimo, dolce come il miele… Io assaporai, leccai e bevvi.
Ora il mio tocco si fece nuovamente leggero, con teneri baci fino a quando non la sentii smettere di tremare.
Ci guardammo a lungo esauste ma complici, e ricomponendoci le strizzai l’occhio tendendole la mano: “ Piacere, io sono Luna… ”
Mi svegliai con lo stesso sorriso d’ebete stampato sulla faccia che avevo prima di andare a dormire!
Ero di buon umore e sapevo anche il perché. Andrea, quel figo pazzesco della sera precedente, mi aveva letteralmente stregato!
Presi il cellulare dal comodino e come prima cosa chiamai Luigi, volevo assolutamente sapere come era proseguita la serata e se anche lui si era aggregato alla compagnia in discoteca dopo aver chiuso il ristorante.
Mi rispose dopo solo due squilli, ma la voce impastata tradiva un risveglio brusco e istantaneo… Colpa mia! Ma sinceramente non me ne importava molto, perchè ero troppo curiosa per preoccuparmi di averlo svegliato sapendo che aveva fatto nottata.
< Luigi buon giornoooo! Allora ti prego raccontami tutto! Mi piace da impazzire! >
< Ehi piccola… Ma che ore sono? >
< Sono quasi le nove, dai sveglia! >
< Uff… mi devi un aperitivo, lo sai stronzetta? >
< Tutto quello che vuoi dear, muoio dalla voglia di sapere se ti ha parlato di me! >
< Mi sa che Luna si è presa una bella sbandata stavolta! >
“ Cavoli, vuoi che ti preghi per sapere qualcosa? ” Dissi esasperata roteando gli occhi verso l’alto…
< Senti Lu… Mi ha chiesto il tuo numero di telefono… >
Il cuore iniziò a martellarmi forte in petto.
< E tu? >
< Ovvio, non gliel’ho dato! >
< Cazzo, ma che hai il freno a mano nel cervello?… >
< Hahahah, ti amo quando mi tratti così… No! Ho solo tanto sonno piccola impertinente e… tranquilla, mi ha lasciato il suo… >
Rincominciai a respirare…
< Togliti quel sorriso dal viso Lu, ti ripeto non credo sia una buona idea cercarlo, lui si vuole solo divertire e tu, beh mi sembri un po’ troppo presa, non vorrei ci stessi male tutto qui. Per qualsiasi cosa comunque ci sono, ok? >
< Grazie Luigi… >
E dopo aver scarabocchiato con il rossetto il numero sul palmo della mano, riattaccai.
Ecco… E ora?
La voglia di vederlo era fortissima, ma non mi andava di chiamarlo subito, non volevo far trapelare il mio interesse… così memorizzai il numero sulla rubrica del cellulare e prendendo un paio di vestiti a caso andai ad infilarmi sotto la doccia.
Andrea
Mi alzai con un forte mal di testa, mescolare vino e superalcolici non era stata un brillante idea, ma ormai non potevo farci nulla…
Scesi lentamente dal letto e andai in bagno, una doccia mi avrebbe rimesso al mondo e magari avrebbe tenuto a bada anche la mia grossa erezione… Difficile dimenticare quel perizoma bianco e quel fantastico culetto…
Luna mi intrigava, chissà se sarebbe stata solo una buona scopata…
Amici di amici mi avevano informato che venerdì sera ci sarebbe stata una serata Fetish al “ Comoedia ”, un bellissimo club privè per coppie scambiste aperto da poco in pieno centro, speravo davvero mi chiamasse, se ci fossimo andati insieme ci sarebbe stato sicuramente da divertirsi…
Feci scivolare la mano verso il mio uccello, era durissimo al solo il pensiero di portare Luna al club… Flebilmente cominciai ad accarezzarmelo, l’acqua scorreva fresca e lo rendeva lubrificato, lo impugnai saldamente socchiudendo gli occhi e pensai alla sua lingua audace mentre baciava con passione un altra ragazza. Che spettacolo!
La immaginavo prendere in mano la situazione mentre l’altra si lasciava addomesticare aprendo le gambe e facendo intravedere una bella fichetta luccicante di umori.
Luna che mi guardava con malizia… e … sentii la mano riempirsi del mio seme caldo, glielo avrei fatto bere tutto, fino all’ultima goccia…
Sedute al tavolino esterno del “ Moyo ”, il nostro locale preferito, io e Valentina sorseggiavamo pigramente il cocktail dell’aperitivo.
Era il secondo Americano che bevevo mentre scorrevo ripetutamente in su e in giù la rubrica del telefonino… Non ero riuscita a combinare nulla in tutta la giornata perchè Andrea era diventato il mio pensiero fisso…
Vale sbuffò per l’ennesima volta, secondo lei dovevo chiamarlo e smetterla con questi giochetti da tredicenne infatuata: “ lo sappiamo entrambe che a letto ci finirai a metà serata del primo appuntamento… tanto vale toglierti lo sfizio subito no? ”
< Oh, Vale… mi sembra tutto così complicato, che gli dico? >
< Beh… non mi pare che tu sia una persona a corto di parole, scusa fai parlare lui, dopotutto mica sei stata te a chiedergli il numero… >
< Ok, o la va o la spacca… >
Brindammo e provai a comporre il numero, per fortuna c’era Valentina!
Al quarto squillo una voce calda mi rispose:
“ Pronto? ”
“ Andrea ciao sono Luna! ”, dissi tutto d’un fiato mentre cercavo il pulsante del viva voce…
< Heiii!! Ma che sorpresa! Luigi è proprio una persona affidabile! >
< Già, l’ho sentito in giornata e mi ha riferito… spero di non disturbarti… >
< No quale disturbo, figurati. Senti un po’ Luna, inutile girarci intorno quindi te lo chiedo in maniera molto diretta, ti va di uscire venerdì sera insieme? >
Vale stava facendo grossi cenni di assenso con le braccia, quindi…
< Si certo… cosa mi proponi di bello? >
< Una serata molto particolare…. in un posto molto bello, ma solo se ti va di metterti in gioco ovviamente… sai, mi pareva ieri sera di aver capito che fossi una ragazza di mentalità aperta, sbaglio? >
< No non ti sbagli, quindi? Dove mi porti? >
< Al Comoedia… conosci il locale? >
Merda, ne avevo sentito parlare, eccome! Non mi sembrava proprio un luogo da primo appuntamento, che delusione, io speravo nella classica cena conoscitiva della serie: “ ti stuzzico fino a farti sbavare e poi non so se te la do… ”
Valentina sgranò gli occhi e trattenne il respiro aspettando incuriosita la mia risposta.
” Certo che si, ma non ho mai avuto il piacere di andarci ”, dissi con tono fermo che sorprese anche me!
< Perfetto, la serata come ti anticipavo è molto particolare a tema Sadomaso, che mi dici? >
< Ti dico di si, ovvio! A che ora e dove ci troviamo? >
< Ti faccio sapere, devo sentire se aprono per cena oppure solo sul tardi, memorizzo questo numero e ti mando un messaggio appena so qualcosa di più preciso, ok? >
< Ok, baci… >
Fissai Valentina che era rimasta con gli occhi sgranati ed a bocca aperta, sconsolata misi il cellulare in borsa e sospirai: “ Vale, non mi dire nulla ti prego… ”
< Andiamo a casa Lu, non ci pensare dai! Sicuramente ti divertirai da morire! >
< Ma io non volevo una serata di solo sesso, anzi la voglio certo ma non con altre persone per giunta sconosciute… >
< Se non ti va mandagli un messaggio e ciao! Mica sei obbligata a fare nulla, e ricordati che Luigi ti aveva avvisato… >
Già, Luigi mi aveva detto subito cosa voleva Andrea e io di sicuro non mi ero presentata come una suora, quindi cosa volevo pretendere? Mi piaceva molto e questo rendeva le cose più difficili, stavamo partendo con il piede sbagliato, lo sapevo, ma sarei andata fino in fondo come sempre.
I giorni trascorsero velocemente, troppo velocemente!
Facendo il doppio turno al ristorante cercavo di non pensare a venerdì, ma oggi era venerdì cavoli ed a metà pomeriggio, mentre ero sdraiata sul letto ad immaginarmi la serata, arrivò anche il fatidico messaggio:
“ Ciao bella, ti vengo a prendere a casa alle 23 in punto… non vedo l’ora di vederti, a dopo A. ”
Andrea
Mancavano pochi minuti alle ventitrè, ero già sotto casa sua impaziente ed eccitato che pregustavo già la serata.
Ero molto felice che lei avesse accettato il mio invito, chissà che cosa sarebbe successo…
In realtà non la volevo portare al club per andare con altre coppie, ma solamente per divertirmi e trascorrere con lei qualche ora diversa dal solito in un posto senza inibizioni… come lei del resto!
Feci uno squillo per farle capire che ero arrivato e dopo un po’ di attesa la vidi uscire da l portone di casa sua, si girò più volte per cercarmi e appena mi scorse fece un dolcissimo sorriso.
Bella da togliere il fiato, stava camminando verso di me ondeggiando su dei tacchi altissimi.
Era perfetta per me e per la serata, anche se non avevo ben capito se Luna sarebbe stata una docile schiavetta oppure una padrona esigente e severa… Morivo dalla curiosità!
Si era vestita con cura, un vestitino bianco che lasciava ben poco all’immaginazione, le fasciava il corpo sinuoso, mentre i suoi piedini calzavano dei sandali trasparenti con plateau ed un tacco vertiginoso: le sue gambe nude e lisce erano perfette. Il trucco intenso e rossetto rosso sangue completavano l’opera… Sembrava una bambolina, una bambolina molto sexy e diabolica.
Dal suo sguardo traspariva preoccupazione e questo mi dispiaceva, ma l’avrei corteggiata come si meritava tutta la nottata.
Scesi dalla macchina e le andai incontro dandole un casto bacio sulla guancia:
per la prima volta sentii il suo profumo… inebriante e dolce mi stava eccitando da matti.
La presi per mano e con passo sicuro la feci sedere in macchina come se fosse un delicato cristallo.
Il tragitto era piuttosto corto, ma io lo allungai di un paio di isolati, Luna era una ragazza brillante e con un acuto senso dell’umorismo, forse sarebbe stato meglio averla portata a cena…
Ero semplicemente inebriato da lei, non mi rimaneva altro che incrociare le dita e sperare in un secondo appuntamento… di quelli seri.
Lo sguardo continuava a cadermi sulle cosce, fremevo per toccarle e il suo accavallare nervosamente le gambe la rendeva irresistibile. Parcheggiai fortunatamente vicinissimo al locale e l’aiutai a scendere dalla macchina, con un braccio le cinsi la schiena e sollevandole il mento con una mano le dissi:
“ Hei… lo sai che sei veramente bella? ” , lei rise e arrossì improvvisamente abbassando lo sguardo…
Aggiunsi, “ e lo sai cosa avrei voglia di fare Luna? ”
“ No, dimmi… ”, rispose.
“ Vorrei… ”, le diedi un bacio lungo e profondo.
La sentii tremare e sciogliersi piano piano, mentre le nostre lingue s’intrecciavano con passione.
Mi piaceva e io piacevo a lei, la cosa era innegabile! Chissà se stavo per rovinare tutto ancora prima di incominciare…
Con a testa ancora frastornata e il cuore che stava per esplodermi in petto, entrammo nel locale.
Cioè, mi aveva baciata! E non era solo per divertimento, avevo sentito qualcosa di indecifrabile ma ero sicura che avesse provato la stessa cosa anche lui. Sorrisi beata, quando mi accorsi che la ragazza che ci aveva accolto all’ingresso stava già spiegando le regole del club…
Sostanzialmente era molto semplice e sembrava anche così naturale da come ci veniva illustrato:
era un luogo per scambi di coppia ma non solo, potevamo incontrare coppie esibizioniste a cui piaceva “ giocare ” solo tra loro facendosi però osservare da tutti, oppure ragazzi singoli che davano piacere alle lei di coppia o ancora coppie “ soft ”, che non praticavano alcuno scambio completo con altre persone, ma arrivavano a fare solo “ ai giochi orali e manuali ” con altre coppie.
E noi? Che coppia saremmo dovuti essere?
Che disastro… pensai sul serio di essermi cacciata in grosso pasticcio!
Decisi di distrarmi, almeno per il momento, e godermi la visita al club…
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