Capitolo 5 – Gelato al Fellatio

Gelato al FellatioCapitolo 5 – Gelato al Fellatio

Finalmente stavano finendo i corsi all’Università.

L’aria afosa e l’umidità estiva di Firenze mi facevano sentire stanca e spossata: quanto avrei voluto qualcosa di fresco, ma avevo ancora un ora intera di lezione e non sapevo davvero come passare il tempo.

Con la coda dell’occhio vidi Valentina sbuffare e scuotere la testolina sconsolata… evidentemente la lezione pesava anche a lei… mi rincuorai. Dopo gli ultimi avvenimenti accaduti avevo lasciato un po’ da parte lo studio e ora faticavo molto a recuperare.

Smisi di scarabocchiare convulsamente il blocco degli appunti, ormai non avevo seguito nulla di quel che stava dicendo il Prof, quindi tanto valeva continuare a pensare a cosa avrei potuto fare una volta terminata la lezione.

Valentina usciva con la sua nuova fiamma: un biondino “ slavato ” dell’ Erasmus, conosciuto circa due giorni prima in biblioteca…

E io? La sera non avrei lavoravo al ristorante, sarei potuta tornare a casa con calma magari a piedi fino alla stazione, così avrei dato un occhiata ai negozi del centro e poi avrei preso l’autobus. Fantasticavo già una mega doccia fresca e una bibita ghiacciata, mentre distesa sul letto guardavo MTV .

Avevo casa libera da una settimana: Petra e Sara, le mie due coinquiline, erano tornate nelle loro rispettive città per le vacanze estive e io finalmente mi godevo in santa pace l’appartamento.

Ripensai un po’ a tutto quello che mi stava succedendo… sorrisi tra me e me, avevo diciannove anni dopotutto, potevo divertirmi senza rimorsi.

Con Luca infatti avevamo stabilito di essere una “ coppia non coppia ”, quindi potevamo frequentare liberamente chi meglio credevamo.

Inizialmente rimasi perplessa da questa sua proposta, pensavo invece mi dicesse la classica frase:

“ Vuoi stare con me? ”, ma evidentemente mi conosceva meglio di quanto credessi e, dopo un’accesa discussione, avevo finito per accettare la cosa, inoltre non mi sarei sentita più in colpa per la leggerezza con i gemelli anzi, ed avrei potuto sperimentare liberamente tutte le mie più perverse curiosità in materia di sesso.

< Luna svegliaaa!! La lezione è terminata!! >

Ridacchiò Vale vedendomi così assorta…

“ Hahahh! Giusto… si notava tanto che mi stavo facendo i cazzi miei? ”, le risposi…

< Un pochino, ma solo un po’! Questa settimana passiamo da Irene e ci facciamo prestare gli appunti della lezione, non ti preoccupare!! Io devo scappare Lu, ho un aperitivo con la new entry… domani ti chiamo! Pensami! >

Mi schioccò un sonoro bacio sulla guancia e raccimolando velocemente tutte le sue cose sparse sul banco uscì dall’aula.

Mi alzai pigramente, dovevo essere un disastro oggi con la coda sbarazzina, canottiera, jeans più grandi di due taglie e infradito colorate. Altro che “ femme fatale ”, ma nonostante l’abbigliamento molto easy, mi era giunta all’orecchio la notizia di interessare a Stefano, un mio compagno di corso.

Era qualche mese che ci stavamo studiando effettivamente, ma ancora nessuno aveva fatto la prima mossa.

Stefano era un bel ragazzo: alto, magro con una cascata di capelli castano scuro, ricci, lunghi fino a metà schiena. Lo sguardo intenso e penetrante di quelli che ti fanno rimanere senza parole.

M’incuriosiva e parecchio. Vestiva di nero e sembrava sempre imbronciato, ma era brillante, un pozzo infinito di cultura, il migliore del corso.

Giravano voci che frequentasse dei posti strani, tipo club fetish e che si divertisse ad avere delle ragazze che lo assecondavano in tutto. Io però lo vedevo sempre da solo e con gli auricolari ben piantati nelle orecchie.

Ogni tanto lo sorprendevo a fissarmi insistentemente durante la lezione e la cosa mi faceva molto piacere, dato che aveva uno “stuolo abbondante” di ammiratrici e, anche se non riuscivo mai sostenere il suo sguardo a lungo, sapevo che sarebbe stata la mia prossima preda… o forse sarei stata io la sua?

Accennai a un leggero sorriso, mentre gli passavo di fianco sculettando un pochino per attirare la sua attenzione!

Si, era un gran bel ragazzo, avrei dovuto darmi da fare… ma da domani, oggi la serata era tutta per me stessa!

Uscii dal grande cancello principale che dava direttamente sulla strada. L’aria era pesante e io mi sentivo veramente stanca… al diavolo i negozi!

Mi sarei coccolata con un mega cono gelato e poi avrei preso l’autobus per arrivare a casa più velocemente.

Feci mente locale su dove avrei potuto trovare la gelateria più vicina alla fermata del bus e mi affrettai a raggiungerla già con l’ acquolina in bocca.

< Desidera? >

< Un cono gigante melone e yogurt, grazie! >

Come una bimba che riceve il suo regalo di compleanno, feci un enorme sorriso quando la ragazza mi porse l’invitante mega gelato. Si, sono golosa. Adoro il cibo quanto il sesso, secondo me sono due cose molto simili, nutrono e appagano il fisico e l’anima.

Stancamente mi sedetti sul marciapiede: i miei piedini ringraziavano, non era stata una buona idea quella di indossare le infradito rasoterra, anzi era stata pessima, avevo anche messo lo smalto celeste la sera prima dopo averli massaggiati accuratamente con una crema idratante, tutto tempo sprecato…

Mentalmente facevo queste considerazioni quando ad un tratto notai un signore molto distinto dall’altro lato della strada.

Alto, slanciato, vestiva con un completo di lino blu, i pantaloni gli scendevano morbidi lungo i fianchi, mentre la camicia bianca, leggermente sbottonata, faceva intravedere un petto liscio e tonico, le maniche sapientemente arrotolate gli conferivano un aria da uomo d’affari in vacanza.

Un braccio era lungo il fianco, mentre l’altro piegato verso la spalla e con la mano teneva stretta la giacca del completo che poggiava sulla schiena, avrà avuto circa quarant’anni.

Il suo viso era curato ed abbronzato, i capelli castani corti e ben tagliati venivano tenuti indietro da un paio di occhiali da sole di marca, ma la cosa che più mi sorprese era la sfacciataggine con cui continuava imperterrito a guardarmi leccare il mio gelato… senza ritegno mi squadrava dall’alto al basso, ma osservava soprattutto i miei piedi…

Arrossii imbarazzata, non dovevano essere una bella visione i miei piedi infilati nelle infradito di gomma!

“ Che vergogna ”, pensai tra me, girandomi d’istinto dalla parte opposta alla sua e concentrandomi meglio sul gelato che nel frattempo, complice il caldo, si stava sciogliendo rovinosamente sul cono di cialda.

“ Merda! , mormorai a voce bassa osservando inerme il melone e lo yogurt che mi stavano imbrattando le mani senza pietà. Aprii le labbra e tirai fuori velocemente la lingua cercando di leccare il più possibile per evitare ulteriori danni.

Socchiusi gli occhi… era proprio buono e anche se si stava sciogliendo, cercavo di assaporarlo più che potevo, la mia lingua scorreva sulla lunghezza del cono fino ad arrivare alla cima, un brivido mi percorse lungo la schiena, era freddo ma molto, molto piacevole.

Sentii dei rumori provenire dalla strada, istintivamente aprii chi occhi e con mia grande sorpresa vidi il signore di prima, si era fermato quasi di fianco a me.

Il suo sguardo era fisso, non traspariva nessuna emozione, solo sembrava di scorgere un leggero rigonfiamento in mezzo alla gambe.

Pensai di essere impazzita e, continuando ad osservarlo, continuai di gusto a leccare e succhiare.

La sua mano era entrata lentamente nella tasca dei pantaloni e impercettibilmente vedevo le dita muoversi.

“ Non è possibile! Che porco! ”, pensai tra lo stizzito e il divertito, la cosa era veramente surreale! Non sapevo cosa fare, era la prima volta che mi trovavo in questo genere di situazioni, pensavo potessero accadere solo nei film, la mia indole “ monella ” però prese il sopravvento e così decisi di giocare anche io pesante.

Feci un bel sorriso e lo guardai dritto in faccia, mentre con fare malizioso ritirai fuori la lingua che con piccoli tocchi incominciava a giocare con quel che rimaneva del gelato.

Inclinai la testa di lato e lo presi tutto in bocca succhiandolo piano, come se fosse la punta del suo membro, la mia lingua disegnava sulla superficie piccoli cerchi, per poi leccare avidamente il cono come se fosse la sua asta dura.

Vedevo la sua mano muoversi ritmicamente all’interno della tasca, e una grossa erezione tendeva il tessuto leggero dei pantaloni.

Aveva iniziato indisturbato a masturbarsi.

La cosa mi piaceva e mi eccitava contemporaneamente, volevo farlo godere… fino in fondo.

Continuai a leccare e succhiare simulando un perfetto fellatio, lasciavo appositamente che il gelato si sciogliesse per farlo scorrere lungo il cono fino ad imbrattarmi le mani.

Piccole gocce cadevano sui miei piedini e mugolando, chiusi gli occhi mentre con la mano iniziai ad accarezzarli, spalmando sensualmente il gelato sciolto.

La sua mascella era serrata, i suoi occhi bruciavano di desiderio e senza smettere con tono strozzato mi disse: “ Secondo te, viene… l’autobus? ”

“ Certo che viene! ”, risposi con voce roca e suadente…

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