Capitolo 9 – Un Piccolo Segreto

Piccolo Segreto

Capitolo 9 – Un Piccolo Segreto

Indaffarata come sempre a servire tra i tavoli non mi ero neanche accorta che eravamo quasi vicini all’ora di chiusura.
Ero felice, forse perchè mi sentivo un po’ brilla visto che a cena, prima di iniziare il servizio, io e Luigi ci eravamo bevuti un intera bottiglia di buonissimo vino novello.
Tra una chiacchiera e un altra mi ero lasciata scappare – beh diciamo pure che morivo dalla voglia di dirglielo – quanto era bello Michele, un nostro affezionato cliente e ovviamente amico di entrambi i gemelli.
Confidando questa cosa sapevo benissimo che sarebbe arrivata in un batter d’occhio al diretto interessato, Luigi era un amico fidato e una persona stupenda, ma una vera pettegola!!!
Sapevo anche che ultimamente Michele veniva ogni sera a mangiare qui al ristorante… solo.
Giravano voci sul suo conto, si diceva fosse un gran amante delle donne in generale e che in questo momento veniva a cenare da solo perchè aveva messo gli occhi su di me.
Quando venni a saperlo mi misi a ridere, insomma Michele era un uomo maturo, se gli fossi interessata sicuramente lo avrei notato e invece mi trattava solo con estrema gentilezza – si, dico “ solo ” perchè forse avevo una punta d’invidia, vedevo che andava con molte donne e anche se non volevo essere una del gruppo mi sarebbe piaciuto avere un po’ di attenzione.
La prima volta che lo vidi non ci feci neanche caso, ero molto presa dal lavoro e lui si mise a sedere in un tavolino di fianco la cassa. Dovevo capire che era un amico dei gemelli perchè chi si siede solitamente a quel tavolo, è una persona di casa.
Michele mi osservava, ma io non avevo avuto neanche il tempo di apparecchiare il suo posto, quindi chiamai Luigi per farmi dare una mano.
Fu proprio Luigi a presentarci quella sera.
Effettivamente guardandolo meglio era il classico “ bell’ uomo ”, molto curato ed attento ai dettagli, con bellissime mani grandi e anelli particolari.
Al polso un Omega “ Moonwatch ”, vestiva di marca e in maniera un po’ eccentrica ma di classe.

Moro, capelli ondulati con qualche filo argentato, bei lineamenti del viso, occhi nocciola penetranti, profondi e un sorriso disarmante. Fumava la pipa, una cosa che mi incuriosiva parecchio visto che non avevo ancora mai incontrato nessuno che la fumasse.
Era colto ed estremamente brillante, insomma oggettivamente era un’ ottima compagnia e non ero l’unica a pensarlo visto che praticamente tutte le donne che gli venivano puntualmente presentate facevano carte false per portarselo a letto.
Parlammo molto, tutta la sera appena ovviamente riuscivo ad avere un secondo libero.
Era trascorso già un mesetto abbondante da quella sera, lo trattavo come uno di casa, avevamo preso confidenza e trovavamo sempre il tempo per una chiacchiera a fine servizio tra un caffè e un amaro.
Ultimamente veniva sempre solo alla sera, all’inizio era solito cenare sempre in dolce compagnia, ogni volta diversa, tre o quattro giorni alla settimana.
Ma non faceva altro, purtroppo per me…
Ancora intenta nei miei pensieri andai al magazzino delle minerali per fare rifornimento delle bottiglie d’acqua da mettere in frigo per il servizio pranzo dell’indomani.
Come al solito in sala erano rimaste poche persone, due ragazze americane , i gemelli e Michele, aveva collegato il cellulare allo stereo del locale in modo tale che potessimo ascoltare un po’ di musica che aveva scaricato mentre con i gemelli si smezzava una canna.
Ed ecco quella bellissima canzone “ The ghost who walk ”, l’adoravo… mi faceva un sesso pazzesco! Mi ero masturbata all’impazzata un sacco di volte con quella musica di sottofondo pensando a come poteva essere il sesso tra noi due. Lo avevo immaginato selvaggio, ma molto passionale e coinvolgente… chissà se era proprio così.
La stavo canticchiando malamente, quando ad un tratto senti un rumore dietro di me.
Mi girai immediatamente un po’ spaventata e davanti a me, Michele.
< Ti posso dare una mano Lu?! >
Arrosii violentemente, sarà stata la vicinanza oppure il vino bevuto a cena, o forse era solo imbarazzo per i pensieri erotici che mi stavano attraversando la mente in quell’istante?
< No grazie, in realtà avevo quai finito qui con le minerali, andiamo di là dai gemelli? >
< Ma… veramente loro stanno bene così… sono insieme alle americane del tavolo due, sono tutti e quattro ubriachi… e con dell’ottima musica, quella che piace tanto pure a te! >
< Sì è bellissima.. ma noi che facciamo qui? >
< Tutto quello che ti sarebbe piaciuto fare con me… >
E cosi facendo si avvicinò pericolosamente, indietreggiai fino a sbattere sulle cassette piene di bottiglie facendole tintinnare forte.
Mi bloccò tra le cassette e il suo corpo massiccio. Potevo sentire il suo profumo. Sapeva di uomo, mi faceva eccitare, lo respiravo a pieni polmoni mentre tutto il mio corpo sembrava quasi risvegliarsi.
Il suo viso era a pochi centimetri dal mio, le sue labbra erano invitanti da impazzire, sorrisi e mi avvicinai…
Volevo solo la sua lingua invitante succulente e morbida, volevo che mi leccasse…

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